Digitalizzazione e tasse: Tassazione futura
La ricerca di nuovi modelli di tassazione per gli attori economici digitali senza presenza fisica richiede soluzioni globali, come l'introduzione della "stabile organizzazione virtuale".

Con l'avvento dell'economia digitale, le aziende spesso non necessitano più di una sede fisica in un paese per operarvi. Con l'attuale modello di tassazione, un paese in cui l'azienda opera senza una sede fisica non può tuttavia riscuotere tasse da quella società. La comunità internazionale sta lavorando a modelli per risolvere questa problematica.
L'UE ha già delle idee
Come descritto nel nostro ultimo contributo, alcuni paesi hanno già adottato misure per tassare queste aziende. Si parla in questi casi della cosiddetta "Tassa Netflix". Queste sono tuttavia soluzioni a breve termine, poiché i trattati per evitare la doppia imposizione non coprono queste tasse. Pertanto, la comunità internazionale deve trovare insieme un nuovo modello di tassazione comune. L'OCSE e l'UE stanno già lavorando a regolamenti per il futuro.
Un concetto che potrebbe essere utilizzato per tassare le aziende digitali introduce il termine di "stabilimento virtuale". L'UE sta considerando questa soluzione. La Commissione europea descrive lo stabilimento virtuale in una bozza di direttiva come una "presenza digitale significativa", che si verifica quando un'azienda realizza un fatturato di oltre 7 milioni di euro in uno stato dell'UE, oppure ha 100.000 utenti in uno stato membro, o ha concluso più di 3000 contratti online in uno stato membro. Se uno di questi requisiti è soddisfatto, il fatturato di questi servizi digitali dovrebbe essere tassato. Questo concetto sarebbe una soluzione pragmatica, poiché estenderebbe l'attuale tassazione delle aziende con stabilimenti fisici a quelle con stabilimenti virtuali. Fino alla definitiva elaborazione di una soluzione a lungo termine, i servizi digitali nell'UE potrebbero essere tassati indipendentemente dal profitto aziendale al 3%.
I ministri dell'UE sono tuttavia divisi sull'opportunità che una soluzione unilaterale dell'UE possa contrastare con una soluzione mondiale, attualmente in fase di elaborazione dall'OCSE. Il rapporto dell'OCSE è atteso per il 2019.
Posizione della Svizzera
Essendo sede di molte aziende internazionali, un cambiamento nelle regole fiscali internazionali avrebbe un enorme impatto sulla Svizzera, che è membro dell'OCSE e partecipa quindi anche all'elaborazione di una soluzione internazionale. Il Segretariato di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SIF) ha spiegato l'8 marzo 2018 la posizione della Svizzera all'interno dell'OCSE. Desidera in particolare mantenere il principio secondo cui le tasse dovrebbero essere riscosse dove viene generato il valore e sottolinea la necessità di evitare la doppia o eccessiva tassazione. Le proprie soluzioni a breve termine dovrebbero essere introdotte solo se non vengono trovate soluzioni internazionali. Tuttavia, queste regolamentazioni unilaterali dovrebbero essere temporanee.
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